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In questo saggio, l'autore parlando di psiche e perciò di "una realtà non così semplice", per usare le parole di Schnitzler, si occupa della scoperta dell'esistenza dell'inconscio (dal latino in-conscius, non consapevole), quella parte della nostra vita psichica che non raggiunge la soglia della coscienza. Un "luogo" dove si situano i contenuti rimossi (in prevalenza desideri, impulsi e tutti i ricordi dimenticati), così definiti in quanto l'Io non li riconosce come parte integrante di sé che tuttavia trovano ampio spazio nei sogni. Si evidenziano inoltre gli importanti sviluppi scientifici del mondo del sommerso, risultato di quei meccanismi inconsci che, nel corso della nostra vita affettiva, ci permettono di essere quello che siamo, in special modo ai contenuti rimossi che, per ragioni di varia natura, non possono essere manifestati se non indirettamente attraverso i sogni. Interessandosi, in particolare, del sogno come rivelatore dell'inconscio da una prospettiva nuova, l'autore suggerisce uno spazio di confronto e di incontro tra psicoanalisi e neuroscienze.